PATOLOGIE VALVOLARI
Il prolasso della valvola mitralica è la patologia valvolare più frequente tra i 30 ed i 50 anni ed è dovuta ad un allungamento delle corde tendinee che tengono i lembi valvolari in posizione corretta.
La mitrale è costituita da due lembi e prende il nome dalla mitra, il copricapo a due falde dei vescovi, per la sua somiglianza. È situata tra l’atrio ed il ventricolo di sinistra ed ha la funzione di far progredire il sangue arterioso, proveniente dai polmoni verso il ventricolo sinistro e l’aorta, per irrorare tutti gli organi del corpo.
Quando le corde tendinee si allungano molto la valvola diventa insufficiente, ovvero non fa tenuta, ed il sangue, durante la contrazione del cuore, rigurgita in atrio sinistro. In questi casi aumenta la pressione nell’atrio che tende a dilatarsi e cresce la pressione nel circolo polmonare provocando difficoltà di respirazione durante gli sforzi (dispnea).
Se il prolasso è grave e una o più corde sono rotte (flail) l’insufficienza mitralica diventa severa e richiede un trattamento medico e chirurgico.
Secondo le linee guida americane ed europee è indicato l’intervento chirurgico se l’insufficienza è severa anche se il malato non ha sintomi, a condizione che il chirurgo ripari la valvola, garantisca cioè una plastica mitralica.
Effettivamente tutti gli studi dimostrano che la plastica mitralica (riparazione) è l’intervento con minor rischio e migliore sopravvivenza negli anni nonché migliore qualità della vita rispetto alla sostituzione valvolare.
Le valvole artificiali sono molto valide ma presentano dei limiti rispetto alla valvola nativa riparata: le valvole biologiche in mitrale hanno una durata media di circa 10 anni e non richiedono terapia anticoagulante, se non per qualche mese; le valvole meccaniche durano decine di anni ma richiedono terapia anticoagulante tutta la vita, con possibili emorragie nel tempo.
Il problema, nel mondo reale delle cardiochirurgie, è che solo il 65% delle mitrali con prolasso o flail vengono riparate per diversa esperienza dei cardiochirurghi. Effettivamente, quando vi è prolasso del lembo anteriore, o di entrambi, la plastica è più difficile tecnicamente. Queste forme richiedono una precisissima valutazione ecocardiografica transesofagea in sala operatoria da parte di un cardiologo esperto.
Il Cardioteam si dedica agli interventi sulla valvola mitralica dal 1988, ovvero da 30 anni, ed in particolare alle tecniche di riparazione. Grazie alla stretta collaborazione con i nostri cardiologi ecografisti che in sala operatoria valutano con grande precisione le alterazioni di ogni singola parte (vi sono 6 porzioni dette scallops), con l’ecocardiogramma transesofageo abbiamo raggiunto un successo del 99% di riparazione (plastica) con rischio inferiore al 1%.
Il 99% di successo (contro la media del 65%) e’ la massima garanzia per il paziente di ricevere una riparazione anziché sostituzione in tutta Europa, ed e’ il miglior risultato mai ottenuto sino ad oggi dai cardiochirurghi anche oltreoceano.
Si consiglia quindi ai pazienti di scegliere con accuratezza il centro ed il chirurgo di esperienza specifica in base alla propria patologia ed alle migliori aspettative di cui hanno diritto.
Il convegno più importante al mondo dedicato alla valvola mitrale è il ‘MITRAL CONCLAVE’ che si tiene a New York ogni due anni. Alla prima edizione – nel 2011 – il dottor Marco Diena ha inviato la propria esperienza sui risultati della plastica mitralica con tecnica mininvasiva ed è stato invitato a presentare la sua tecnica in sessione plenaria. Moderatori della sessione erano i principali esponenti statunitensi della chirurgia robotica: il dr Chitwood, il dr Mihailevic della Cleveland Clinic ed il dr Suri della Mayo Clinic. Il dottor Diena con la sua equipe ha presentato i propri lavori scientifici anche nelle edizioni successive 2013, 2015, 2017 e 2019 su come minimizzare le complicanze durante e dopo l’intervento, sull’analisi ecocardiografica della valvola e sulla possibilità vicina al 100% di riparare la valvola in mininvasiva – ovvero attraverso una piccola incisione chirurgica sotto il seno di destra e l’impiego di tecnica endoscopica con endoscopio 3D e strumenti chirurgici endoscopici. Nonostante l’incisione sia di pochi centimetri, l’intervento non è un piccolo intervento ma un’operazione tecnicamente complessa, che richiede una grande esperienza e aver all’attivo migliaia di casi operati. Il dottor Diena con la sua Equipe ha eseguito numerosi interventi in diretta in collegamento con alcuni dei maggior convegni internazionali: Euroecho con 2000 cardiologi nel 2011, Vienna e Innsbruck University nel 2017, Eurocardio Roma nel 2018.
PATOLOGIE CORONARICHE
Quando la malattia coronarica interessa le tre arterie del cuore o l’origine della coronaria sinistra (tronco comune) è indicato l’intervento cardiochirurgico.
L’intervento ideale è quello con condotti arteriosi, infatti le arterie mammarie sono praticamente sempre libere dalla malattia aterosclerotica e sono i condotti ideali per portare sangue al cuore nelle aree ischemiche.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che l’arteria mammaria usata per i bypass allunga la vita e la qualità della vita dei pazienti.
L’equipe del dr Diena, il Cardioteam, da otre 25 anni esegue i bypass con entrambe le arterie mammarie e senza la vena safena della gamba perché è l’intervento più avanzato e più duraturo nel tempo, con minori complicanze e che ha dato un gran beneficio a tantissimi malati.
Il Dr Diena è tra i Cardiochirurghi che in Europa hanno la maggior esperienza di bypass coronarici completamente arteriosi avendo portato a termine con successo oltre 6400 interventi di rivascolarizzazione arteriosa in Circolazione extracorporea e anche a cuore battente.
ANEURISMA AORTA ASCENDENTE
Gli aneurismi dell’aorta toracica: una malattia subdola e maligna che può essere curata molto bene se diagnosticata in tempo.
Gli aneurismi del’aorta ascendente hanno una incidenza del 3% nella popolazione generale, il che significa che vi sono 1.800 nuovi casi all’anno in Italia. Colpisce maggiormente gli uomini rispetto alle donne e la fascia di età tra i 55 e i 75 anni. La prevalenza, ovvero il numero di persone malate di aneurisma aortico, è di circa 300.000 nel nostro paese (se fosse una malattia infettiva si parlerebbe di un’epidemia). E’ una malattia grave perché se non curata è letale.
Gli aneurismi sono subdoli perché non danno sintomi o meglio quando si rendono sintomatici è per una delle complicanze gravissime: la rottura o la dissezione aortica, lo slaminamento della parete aortica che prelude alla rottura. Queste condizioni hanno una altissima mortalità e sono correlate direttamente ai diametri dell’aneurisma (Yale University USA). I diametri dell’aorta ascendente di un adulto sano sono di circa 3 cm. Si parla di aneurisma quando il diametro è una volta e mezza il diametro normale, ovvero 4,5 cm. Quando raggiunge o supera i 5 cm entriamo nella fascia a rischio.
Sintomi come il dolore toracico sono presenti solo nel 5% dei pazienti. Invece nel 95% dei casi l’esordio della malattia avviene come un ‘fulmine a ciel sereno’ senza preavviso con una complicanza gravissima che che si può evitare con una diagnosi precoce. (Elefteriades, Journal American College of Cardiology 2010)
La diagnosi di aneurisma dell’aorta ascendente si può fare con un ecocardiogramma, un esame non invasivo che richiede 20 minuti. L’aneurisma dell’aorta è una malattia maligna, peggio del cancro, ma si può curare meglio con la sorveglianza e, nei casi indicati, l’intervento chirurgico. Questo al giorno d’oggi ha un rischio basso che oscilla tra 1% e il 5%. Questo significa che può essere curato in oltre il 95% dei casi. Ma se si interviene in emergenza ad esempio in corso di dissezione acuta il rischio sale oltre il 20%.
Cardioteam Prevenzione Aneurisma è la prima campagna in Italia (ed Europa) di screening degli aneurismi dell’aorta ascendente, particolarmente pericolosi perché in questa sede nascono le arterie coronarie ed è inserita la valvola aortica che può essere coinvolta provocando una sua disfunzione. Lo screening è stato organizzato dalla Cardioteam Foundation Onlus che ha così lanciato lo studio multicentrico PARSIS STUDY (Prevention Aortic Rupture Screening Italian Study) sul modello dello studio OASIS degli aneurismi dell’aorta addominale condotto nel 2008. Dopo quattro anni abbiamo effettuato 12.500 screening su persone tra i 55 e i 75 anni, escludendo chi aveva una cardiopatia nota. Abbiamo scoperto il 3% di cardiopatie misconosciute su persone che non sapevano di avere un insufficienza mitralica importante, o una stenosi aortica.